giovedì 27 aprile 2017

IL PD DI RENZI E LA DESTRA FINANZIARIA UNITI NELLA LOTTA

L'anti-fascismo nel 2017 rischia di avere un retrogusto amaro, amarissimo se guardiamo alle presidenziali francesi di domenica: l'arrivo di Marine Le Pen al ballottaggio "costringe" tutti al l'abbraccio mortale con Macron, uomo da subito idolatrato da Renzi e i suoi accoliti.
La cavalcata del Front National va certo fermata, ma forse bisognerebbe prima fermarsi a guardare l'entità di questa supposta marcia trionfale secondo i media mainstream: +3,7% in 15 anni, dal 2002 al 2017 col passaggio del testimone da padre a figlia. Non proprio una rapida impennata diciamo.
Chissà che questa retorica del "tutti uniti" non sia funzionale alla scelta di un candidato il cui interesse principale sembra quello del mantenimento dello status quo, in Francia come nell'Unione Europea, ignorando quel pericolo che proprio Marine Le Pen (vincente a mani basse tra operai disoccupati e poco istruiti) rappresenta in pieno.
Perché poi, e qua veniamo al nostro Matteo nazionale, tra scegliere un candidato anti-fascista e identificarsi con esso dovrebbe passarci "parecchia ideologia". Come si vede dall'immagine, non sembra essere questo il caso, bastava leggere le interviste di molti rappresentanti PD, in primis il nostro ex Sindaco Fassino che su Repubblica ha riconosciuto in Macron un modello di centro-sinistra.
A questo proposito torna utile leggere e citare Fulvio Scaglione che ci ricorda chi è il prossimo Presidente francese:
"Macron inoltre è diventato miliardario facendo il banchiere con i Rotschild. Per cui si può definirlo centrista, europeista o come si vuole per renderlo più simpatico ma in realtà è un uomo di quella destra finanziaria che da anni ormai domina la politica europea e che ha venduto per denaro l'anima del continente. Non sarà certo questo banchiere prestato alla politica a far cambiare rotta alla Francia."

domenica 9 aprile 2017

"Tagliate il welfare, non la cultura": no, tagliate il debito!



Il Presidente della Fondazione Musei, nominato dalla Sindaca Appendino, dice sì ai tagli a welfare e asili nido e no a quelli alla cultura. Noi saremmo invece per tagliare il debito con le banche cittadine e, perché no, anche per tagliare il Presidente della Fondazione Musei: chissà la Sindaca, cosa ne pensa.