venerdì 18 novembre 2016

EMERGENZA SICUREZZA IN CITTÀ: É L'ESERCITO LA RISPOSTA?

“La priorità è la sicurezza!” esclamerebbe qualsiasi cittadino dopo la lettura del quotidiano locale durante il cappuccino e brioche mattutino, e ne ha ben donde: notizia di punta della giornata è l’asse Torino-Milano sul tema, anzi sull “emergenza” (l’approccio emergenziale alle questioni sociali è ormai una prassi nel nostro Paese, è sempre un buon viatico per forzare le procedure) sicurezza in città. Le recenti esperienze a riguardo collegano l’emergenza ad una mossa repentina molto pericolosa: l’invio dell’esercito per le strade. Semplice no? I cittadini “percepiscono la minaccia alla propria incolumità”, lo Stato manda i pennacchi per strada ed automaticamente “ci sentiamo più sicuri”. Premesso che, se Milano ha già ventilato tale ipotesi (i Sindaci-sceriffo sono una invenzione delle Amministrazioni locali del PD, per cui non ce ne stupiamo di certo) la Sindaca di Torino Appendino mai ha espresso l’intenzione di intraprendere questa strada, resta comunque da fare una riflessione sui concetti racchiusi in tale tematica.

Come se non bastasse, La Stampa di oggi “annuncia” la presenza di eroina e prostitute a San Salvario, quartiere che oggi scopriamo essere “a rischio”. La tensione è alta secondo il giornalista, il tema è caldo da circa un mese, per quanto i dati relativi alle dipendenze ed alla criminalità non indicano aumenti sensibili nell’ultimo anno, ma anzi una tendenza alla diminuzione consolidata del numero di casi di tossicodipendenza. Con questo non si vuole certo sminuire le, appunto, percezioni di insicurezza di chi ha il pusher sotto casa e le giuste questioni di legalità che molti abitanti pongono, ma pensiamo che a questo si debba rispondere con la forza dei numeri.

Dati statistici e Torino fanno venire in mente solo una cosa: Rapporto Rota, che nel 2015 offre una ampia panoramica sulla questione sicurezza, e per illuminarsi basta osservare come il capitolo sia suddiviso nelle seguenti sezioni: lavoro, redditi, casa, salute, criminalità. Partiamo da quest’ultima per avere conferma del fatto che i reati di micro-criminalità sono effettivamente in aumento negli ultimi anni, a partire guarda caso dal 2008, anno di “nascita” della crisi (strutturale e non ciclica) del capitalismo. Per cui se è vero che vi sono diffuse motivazioni per essere preoccupati da questo momento, è altrettanto vero che la modalità di risposta deve essere adeguata: non può essere certo la repressione attraverso il controllo incondizionato ed a tappeto del territorio, né tanto meno l’invio dell’esercito per le strade (la cui efficacia è molto dubbia, come scrive anche La Repubblica di oggi).
Per le risposte basta tornare alle altre sezioni: lavoro pressoché scomp
arso dalle voci di investimento della/delle città (a Torino negli anni passati si è investito più in cultura che in lavoro nell’ambito giovanile), redditi in forte calo ma non per tutti con la conseguente creazione della città duale, emergenza casa in costante crescita e sfratti che proseguono col vento in poppa a prescindere dal colore dell’Amministrazione in carica. Basta vedere quello che sta succedendo a Borgo Dora, dove la “riqualificazione Holdeniana” del quartiere non ammette la presenza di famiglie morose in palazzi fatiscenti: stonerebbero con la tendenza sempre più cultural-chic del quartiere. Per continuare a farsi del male, basta dare uno sguardo ai differenti tassi di mortalità tra centro e periferie (sì le periferie esistono, per quanto i think tank del progressismo nostrano abbiamo abbracciato la moda recente di metterlo in dubbio): non vi sono i soldi per la prevenzione sanitaria, non vi sono i soldi per acquistare altro che Junk food e le conseguenze in termini socio-sanitari si traducono in una aspettativa di vita più bassa man mano che ci si allontana dal centro (Anche questo tema elettorale espresso tramite l’immagine delle fermate del percorso del tram 3 dalla collina alle Vallette).
Riassumendo e citando dal Rapporto stesso “lavoro, casa e salute, diversi fattori ambientali giocano un ruolo fondamentale in termini di sicurezza delle persone e di coesione del tessuto sociale”: in vista del probabile futuro arrivo di risorse da investire nella sicurezza, ci piacerebbe destinare questo promemoria alla Sindaca, che fu forse la prima in città a citare sapientemente il Rapporto Rota nei suoi interventi. La sicurezza si raggiunge garantendo al cittadino i diritti economico-sociali, lavorando sulle cause dei meccanismi di esclusione e non sugli effetti: è la strada più lunga, ma non esistono scorciatoie militaresche.

Le periferie continuano a reclamare attenzione al disagio esploso a livello mediatico durante la campagna elettorale, e per questo motivo il Comitato Popolare Vallette-Lucento ha indetto una marcia popolare per sabato pomeriggio con partenza da Piazzale Montale.
Sistema Torino invita tutti i sistemisti a partecipare numerosi.

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