martedì 14 giugno 2016

O’ SISTEMA T’ANCATENA: DA SALZA&SALIZZONI ALLA SCHELLINO

IL SISTEMA TORINO E’ VIVO E LOTTA INSIEME A NOI
E’ stata una campagna elettorale estenuante per tutti. Un rincorrersi di notizie, dichiarazioni, imbeccate, lotte social versus  giri nei mercati. Sfiancante, in primis per Fassino ed Appendino possiamo immaginare: in tutto questo, Sistema Torino si è divertito a giocare il ruolo per cui è nato, cioè individuare come il “Sistema Torino quello vero” si sia mosso all’interno di questo mare magnum. Nel frattempo, constatiamo con piacere che tale formula è entrata ormai nel linguaggio politico nazionale, dalla citazione fatta nel dibattito Sky all’utilizzo diffuso che viene fatto nelle cronache locali dei media mainstream.

PRIMO: MANTENERE LO STATUS QUO
La dichiarazione più importante, e più grave, è senz’altro quella di Enrico Salza, presidente di Intesa San Paolo Hightline, che dall’atrio del “suo” grattacielo ha affermato senza mezzi termini: “Non può non vincere Fassino perché se capitasse questo è finita non solo Torino e il Piemonte ma molte altre cose”. Arriveranno le cavallette! Abbiamo raccontato spesso il legame indissolubile tra la Fondazione e l’Amministrazione ventennale della città (vi basta ricordarvi Sergio Chiamparino Presidente della Compagnia di San Paolo?), per cui ci saremmo stupiti molto di più del contrario. Una investitura che suona scontata se non per la neanche troppo velata profezia di sventura in caso di sconfitta del Sistema: una sorta di profezia che si auto-avvera se consideriamo che sono loro ad avere in mano portafoglio e Welfare (su questo torneremo dopo) del capoluogo sabaudo.
Sempre rimanendo con le mani nel portafoglio, un capitolo importante è quello degli investimenti e delle nuove costruzioni in città, volano dello sviluppo secondo il modello attuale: una delle più importanti è la “Città della Salute”, al centro di scontri verbali anche violenti in questi giorni e possibile catalizzatore di forti investimenti privati (case farmaceutiche comprese?). A tal proposito, i giornali hanno dato ampio risalto all’opinione del cosiddetto re dei trapianti Mauro Salizzoni, Primario  e  attualmente  Direttore del  Centro  Trapianto  di  Fegato  all’Ospedale Molinette  di  Torino . Una figura storica di riferimento, che ha attaccato frontalmente l’idea a Cinque Stelle di ridimensionamento del progetto: una stroncatura cui è stato dato molto risalto, titolando e presentandolo come l’opinione di un tecnico. Salvo poi scoprire, leggendo il testo di Repubblica, che Salizzoni era lì per presentare il progetto sanitario di Fassino.
Per questo è sempre interessante confrontare i titoli sparati con il testo dell’articolo stesso: a volte si svelano diversità imbarazzanti. Il principale quotidiano locale ha giocato sul filo del rasoio un paio di volte nel presentare un apparentamento (che non esiste) tra Lega e M5S, ma resta pienamente coerente tra titolo e testo quando deve presentare “il buon Piero che sta su piazza da quando aveva i pantaloni corti” che si concede del relax bevendo spremuta d’arancia (una questione dirimente diciamo).
Le vette sono state raggiunte dal Buongiorno di Gramellini, che in prima pagina vende come verità assoluta il fatto che “i Fassino e i Giachetti, rispettivamente cresciuti alla grande scuola di Berlinguer e Pannella, siano più preparati e affidabili delle loro rivali a Cinquestelle.” Aggiungendo inoltre nel suo intervento a La7 che candidare due donne giovani (Appendino e Raggi, NdR) è un lascito del berlusconismo perché significa in qualche modo puntare tutto sull'immagine. Verrebbe da dire “buongiorno un caz..” se non fosse già un gruppo di Facebook.
Sul fronte politico resta l’ovvio e scontato appoggio incondizionato di Novelli, la cui rivista “Nuova Società” ha fatto ampiamente da megafono alla campagna del Sindaco uscente: quanto successe nelle elezioni del 1993 sembra ormai acqua passata di fronte al pericolo grillino. Ha fatto però specie la dichiarazione ai giornali di Gianguido Passoni, Assessore al Bilancio uscente, che sembrava quasi stupito dal fatto che parte dell’establishment della “sinistra che si è fatta destra” non fosse più assoldabile tra i sostenitori indefessi del progressismo moderno di Piero Fassino.
Ed il m
ondo della cultura? Sembra difficile immaginarseli sul fronte opposto a quello dominante anche se, tolte le dichiarazione di “pesci piccoli” delle zone gentry, ci saremmo aspettati di più dai grandi nomi del mondo giovanile. In un incontro pubblico al CAP10100, Enzo Frammartino, candidato PD ed ex collaboratore in staff dell'Assessore per la Cultura Braccialarghe, citò le numerose iniziative culturali, soprattutto grandi eventi, come una delle punte di diamante dello sviluppo cittadino. Sono effettivamente molte le realtà che si sono giovate dei finanziamenti privati raccolti dalla Fondazione per la Cultura: ricambieranno ora il favore con un “sostegno indiretto underground”? Staremo a vedere.
Rimane invece scoperto il fronte riassumibile nella formula “i murazziani”: non abbiamo voglia di ritirar fuori le nostre solite polemiche con l’amico Max Casacci, ma certo il suo, salvo l’ appoggio all’idea del Sindaco della Notte, è un silenzio che pesa. A tal proposito, non si può non citare il nuovo bando relativo al locale storico Giancarlo, che sarebbe potuto essere riassegnato proprio in questi giorni, ma il ricorso del vecchio concessionario (beccato con le mani in più offerte per lo stesso lotto) ha bloccato il coup de theatre della riassegnazione di Gianca in pieno ballottaggio. Sempre a proposito del nostro amato lungo fiume, siamo ancora in attesa del “bando culturale” che avrebbe dovuto assegnare alcune arcate alle associazioni più meritevoli dal punto di vista progettuale.
Suona invece scontato l’endorsment di famiglia della Direttrice del Circolo dei Lettori (preferiamo non commentare il post con la dichiarazione di voto del figlio disabile).
Resta invece super partes il mondo spirituale. La questione delle “due città”, fatta emergere dall’arcivescovo Cesare Nosiglia nei mesi scorsi, sembra aver raffreddato i rapporti tra Chiesa e Politica: un tasto troppo dolente quello della città invisibile che soffre per passare inosservato. Tanto che è diventato tema di attualità nazionale con i dati Caritas sulla povertà contestati in diretta su Sky da Piero Fassino: sono cento mila? Di più, di meno? Il presidente Pierluigi Dovis ha richiamato solennemente all’ordine entrambi i candidati, chiedendo che chi soffre venga sottratto dai giochini propagandistici di entrambi.

IL SISTEMA APPENDINO ESISTE?
L’alternativa al Sistema può essere ugualmente Sistema? Questa è la domanda madre, in primis per il nostro collettivo ça va sans dire. Difficile dirlo di chi non gestisce (ancora?) il potere: per cui ci atteniamo ai nomi già fatti rispetto alla potenziale squadra di Assessori di Chiara Appendino.
Il nome che ha smosso maggiormente gli animi sistemici è quello dell’ Assessora al Welfare, politiche sociali, educativa e di cittadinanza Sonia Schellino: dal 1996 al 2000 ha lavorato per la Fondazione Giovanni Agnelli, dal 2001 lavora per la Compagnia di San Paolo. Difficile considerarla una ribelle, più facile unire questo discorso a quello fatto in precedenza su Salza (il quale nella stessa dichiarazione aggiunse “Ho molta stima di Chiara Appendino”): chi detiene il potere finanziario e gestisce buona parte delle politiche di assistenza farebbe fatica (e forse sarebbe tecnicamente impossibile salvo un collasso delle politiche di aiuto) a lasciare dall’ oggi al domani le chiavi della città a qualcun altro.
L’ altra nomina che ha fatto arricciare qualche naso è quella al bilancio di Sergio Rolando: 68 anni, fino a un anno e mezzo fa direttore finanziario della Regione con Cota e Chiamparino e dirigente al bilancio con Ghigo e Bresso. L’uomo famoso per essere un oppositore dell’utilizzo dei derivati da parte delle Amministrazioni pubbliche, ma anche un “tecnico di Sistema”: staremo a vedere come si comporterà in caso di vittoria del Movimento.
Come valutare tutto questo? Dal nostro punto di vista, sembra un tentativo del Sistema di “mettere un piede nella porta” della casa del Movimento a 5 Stelle, perché alla fine non si sa mai: sempre meglio fare qualche complimento ogni tanto, giusto per lasciarsi la possibilità di dire “Comunque ho sempre detto che Chiara è brava”. Saremmo proprio curiosi di vedere come quel piede si potrà trasformare in un influencer del Sistema Appendino,  o se invece la porta verrà sbattuta lasciando il pollicione in mezzo.
Prima di tutto questo c’è però il ballottaggio del 19 giugno, sicuramente il più equilibrato della storia torinese: chi vincerà? Ma la vera domanda è: il Sistema Torino vincerà comunque? Ai posteri l’ardua sentenza.

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