mercoledì 2 dicembre 2015

LA LOTTA NO TAV NON E' TERRORISMO: è giunta l'ora di deporre le armi?


C'era una volta un Paese che per cercare di sedare le proteste legittime di una Valle decise non di affidarsi ai classici strumenti della politica (ascolto, dibattito, risoluzioni prese sui numeri e non sugli interessi) ma decise che il CASO VALSUSA doveva finire nelle mani di polizia e magistratura.
E così accadde. La politica se ne lavò le mani. La polizia manganellava e intossicava i manifestanti con i gas CS.
Per completare il quadro repressivo intervenne la Signora Magistratura.
Arrivarono gli arresti, le perquisizioni, i fogli di via, le restrizioni delle libertà personali.
Ma la gente non mollava, forte della bontà delle sue ragioni.
Quindi un giorno Stato, Magistratura e Polizia dissero: "proviamo con il Terrorismo”!
Lo spauracchio, la parola che evoca i periodi più bui del nostro paese. Nella loro testa quella poteva essere la carta vincente per stroncare la protesta della Valsusa.
Così un danneggiamento ad un compressore finì per essere definito un atto terroristico.
Ed è così che 4 ragazzi si fecero il carcere duro per un anno, e altri tre sono ancora alle prese con questo processo.
Un anno fa il Tribunale smontò l’impianto accusatorio della Procura di Torino e condannò gli attivisti per danneggiamento. Niente terrorismo. Ma la Procura, non doma, porta avanti questa sua battaglia, quella di cercare di stroncare la protesta no tav, in questi giorni infatti si apre il processo d’appello per i 4 ragazzi.
La Cassazione ieri si è pronunciata nuovamente su questo caso. Quegli atti non volevano fare del male alle persone ma danneggiare i mezzi. Per questa ragione la Cassazione ha respinto il ricorso della procura di Torino contro l’ordinanza del Tribunale della libertà che aveva disposto la scarcerazione dei tre attivisti No Tav accusati di attentato per finalità terroristiche.
Fuori dalle aule torinesi si respira evidentemente un altro tipo di aria. Dove forse il potere giudiziario rimane all’interno delle proprie competenze.
Forse è ora che la politica riprenda in mano seriamente il dibattito sull’utilità della Torino – Lione, mettendo da parte gli interessi delle lobby, per tornare così ad occuparsi veramente degli interessi di questo Paese.
Luana Garofalo

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