lunedì 9 novembre 2015

"In Valsusa si sono violati i diritti della popolazione": la sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli.


Il Tribunale Permanente dei Popoli ha emesso la sua sentenza: in Valsusa si sono violati i diritti dei cittadini, in riferimento alle prassi di coinvolgimento nei processi decisionali e nella libertà di parola ed espressione.
Ieri il teatro Magnetto di Almese era stracolmo di persone in trepidante attesa del pronunciamento. Una sentenza e una sessione storica perché per la prima volta questo importante Tribunale di opinione si è espresso su “Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere”.

Accanto alla sentenza il Tribunale ha emanato delle raccomandazioni nei confronti degli stati coinvolti chiedendo una sospensione dei lavori, un tavolo vero di confronto in cui venga presa in considerazione l’opzione zero, la cessazione dell’occupazione militare e della criminalizzazione del dissenso.
Dal 5 al 7 novembre si sono succeduti sul banco dei testimoni attivisti, sindaci, avvocati, ingegneri, naturalisti. Non si è parlato solo di Valsusa ma anche di tanti casi analoghi sparsi in Italia ed Europa: Muos, Mose, le trivellazioni, il passante ferroviario AV a Firenze, il TAV in Francia e nei Paesi Baschi, la miniera a Rosia Montana in Romania, la nuova stazione ferroviaria a Stoccarda, solo per fare alcuni esempi.

Ah no, dimenticavamo anche il Ponte sullo Stretto, magicamente risorto dal Capo Renzi, proprio durante la seconda giornata di lavori. Sembrava quasi una barzelletta invece era la triste realtà.

I denominatori comuni delle realtà che hanno portato la loro testimonianza sono l’imposizione dall’alto di questi grandi progetti, che vengono decisi sulla testa dei cittadini che si organizzano in sistemi di lotta e resistenza, subendo la repressione e la criminalizzazione.  

Per questo motivo la sentenza pronunciata ieri, se pur nel sostanziale silenzio o ridimensionamento dei media, ha un valore importante a livello europeo e mostra questa nuova forma di colonialismo che sta contagiando l’Europa: quello delle lobbies interessate alle Grandi Opere.
Quelle grandi opere propagandate come essenziali per l’interesse generale che si scontra così con quello particolare, quello delle comunità.
 Ma dove sta l’interesse generale? Il 7 dicembre 2005 durante le giornate più calde in Valsusa  Luciano Gallino sulle pagine di Repubblica si interrogava proprio su questo tema, se l’interesse particolare in questo caso potesse essere d’aiuto all’interesse nazionale. Tutto sempre di grande attualità-

E la controparte? Telt nella persona di Virano e Foietta per l’Osservatorio hanno deciso di non partecipare, di non presentarsi per difendersi e portare con loro numeri e prove della necessità di realizzare la Torino-Lione. Le scuse sono le più svariate. Ma quello che conta è il dato di fatto: ancora una volta i proponenti dell’opera si sono sottratti al confronto pubblico e per di più di fronte a un Tribunale d’opinione così importante. Hanno anche provato a ridimensionare il valore di questo tribunale, ma forse è bene studiare la storia del Tribunale Russell prima di giungere a conclusioni affrettate.
 Facendo così hanno dimostrato ancora una volta come il dibattito e il confronto non siano attività proprie di chi propaganda il TAV da decenni.
Quello che rimane impresso è l’emozione delle centinaia di valsusini accorsi ieri ad Almese: il senso di una popolazione che ancora lotta testardamente, forte della bontà delle sue posizioni.  

Per leggere il dispositivo della sentenza potete cliccare qui

Sul sito del Controsservatorio Valsusa troverete i resoconti giornalieri delle varie testimonianze: http://controsservatoriovalsusa.org/
Per conoscere la storia e le sentenze passate del Tribunale permanente dei Popoli potete cliccare qui:

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