giovedì 12 novembre 2015

Festival dell'Educazione o festival dell'ipocrisia e propaganda?

Dal 12 al 15 novembre ITER (Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile) e Comune di Torino organizzano, in Torino,  il Festival dell'Educazione, il cui programma si può trovare trovate qui.
ITER è una entità di carattere pubblico (una 'istituzione', per l'esattezza) costituita dalla Città di Torino agli inizi degli anni 2000 in seguito all’evolversi dei laboratori territoriali rivolti a bambini e ragazzi, nati a metà degli anni Settanta, in centri di cultura: questo con lo scopo di riaffermare l'impegno della Città nei confronti della scuola e delle famiglie tramite un'offerta di servizi caratterizzati da un'alta professionalità degli operatori, professionalità  costruita negli anni attraverso il confronto continuo con tutti coloro che si erano interessati ai problemi dell'educazione. Per maggiori dettagli http://www.comune.torino.it/iter/profilo/storia.shtml
Venerdì 13 mattina alle ore 9,  alla presentazione del festival saranno presenti, nell’aula magna dell'Università’ alla Cavallerizza Reale, in via Verdi 9, Piero Fassino, il sindaco di Torino e l’assessora ai Servizi Educativi Maria Grazia Pellerino.
Ora, le elezioni per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale sono alle porte: facile leggere quindi questa operazione come pura propaganda. Anche perché’ sappiamo benissimo che la memoria è corta. E così sarà facile, anche da parte loro, etichettare gli eventuali contestatori come i soliti signori del no, antagonisti, studenti, contro a priori. Giova per tutti quindi provare a ripercorre cosa ha davvero fatto l'attuale amministrazione comunale  per l’educazione dei bambini torinesi e in particolare quelli nel ramo di età 0-6 anni demandato proprio alla gestione comunale.
Tutto inizia con l’esternalizzazione di 9 asili nido comunali, dati in gestione a delle cooperative. In questo passaggio, circa 100 educatrici da anni dipendenti precarie, che nonostante cio' con il loro lavoro avevano tenuto in piedi il servizio per conto della Citta’, vengono scaricate e “passate” alle cooperative suddette vincitrici del bando. Poco importava della qualita’ del servizio erogato e della perdita salariale delle dipendenti stesse, che dal pubblico impiego (seppur precario)  erano passate al contratto privatistico di Federcultura sotto cooperativa. Tutto avvenuta con  delibera comunale approvata e accordo sindacale sottoscritto da parte di CGIL-CISL-UIL.
Dall’inizio del mandato elettorale a oggi, si è avuto poi un taglio del fondo di funzionamento didattico dedicato alle scuole del 70% circa. Fondo di funzionamento che serve sia a comprare il materiale didattico vero e proprio sia a tenere pulite le strutture. La richiesta ai genitori di portare pannolini, giochi, creme, carta igienica, pennarelli e’ diventata ormai una norma: ma il motivo risiede nella scelta politica di tagliare i fondi per questo tipo di servizio.
Nel contempo si è verificato un aumento delle rette (sia per gli asili nido che per le scuole materne) costante, anno per anno, nonostante l’evidenza che molte famiglie facessero sempre piu’ fatica a permettersi questo servizio e che fosse in aumento anche la richiesta da parte di famiglie immigrate o mono reddito. E' da ricordare che per un asilo nido al mese si arriva anche a pagare 500 euro nella fascia ISEE piu’ alta.
In 4 anni il personale ha dovuto fare i salti mortali per tappare buchi di organico dovuti ai pensionamenti mai sostituiti con assunzioni o alle sopravvenute inidoneità fisiche al tipo di lavoro, pesante e usurante: sono state solo una trentina le nuove forze assunte e questo solamente a partire dall’anno scorso. E' stato fatto pero' un ricorso smisurato al lavoro precario. Oppure e' stata utilizzata la mobilita' interna al restante personale comunale e anche quella esterna, andando a creare situazioni imbarazzanti nelle strutture: come la vedete voi una persona sessantenne che va a lavorare in un asilo nido dopo avere passato una vita alle Poste? Parole quali professionalita’, merito, opportunita’ ovviamente rimangono perfette sconosciute. Oppure sono entrate anche loro a far parte anche loro della galassia degli antagonisti.
Un processo di statalizzazione delle scuole materne comunali e’ stato avviato con motivazioni nobili e condivisibili. Se pero’ si pensa che basta chiudere d’estate la gestione comunale di una materna per riaprirla a settembre con quella statale, come se fosse un ristorante, senza pensare che invece si sta trattando con famiglie le quali affidano all’istituzione e alle maestre bimbi che vanno dai 3 ai 6 anni,  bimbi che creano rapporti umani con le loro figure di riferimento assieme a cui passano anche 8 ore al giorno, ecco che qui casca l’asino. E  il festival dell’educazione entra nel vivo!
Proprio in questi giorni abbiamo poi sul tavolo 3 grosse questioni: 
1. la riorganizzazione del servizio proposta dal Comune ai sindacati, la quale vede ancora una volta ricadute economiche negative per i lavoratori (questa volta, sul personale docente di ruolo);  
2. una promessa dell’assessore Passoni, per ora rimasta nella Sala dell'Orologio del comune, di assumere ben 100 tra maestre ed educatrici per sanare i buchi di organico (a dire il vero subordinata fin da principio alla chiusura del tavolo di trattativa sindacale sulla riorganizzazione del servizio di cui sopra: un vero e proprio ricatto che mette il sidacato, inerme, immobile, passivo, di fronte alla scelta se privilegiare il personale precario, firmando l’intesa sulla riorganizzazione a scapito del personale di ruolo, o viceversa);
3. un’assicurazione infortuni per i bimbi (12.000 quelli della città di Torino interessati) non rinnovata dal CooGen (Coordinamento Genitori), che il Comune (e in particolare l’Assessorato ai Servizi Educativi) ha pensato bene che si potesse non fare solo perché per legge non la rende obbligatoria. Mentre, investigando presso altri comuni d'Italia, tra cui Bologna, Roma, Milano, Latina, Volpiano, alla domanda se questa assicurazione l'ente la avesse stipulata, la risposta e’ sempre stata, con una grassa risata …”ovvio!!”. Qui la legge centra poco, si parla di buon senso, di attenzione alle famiglie, di attenzione ai bambini di attenzione al servizio che si eroga!
Ora a fronte di tutto questo si puo’ tornare a leggere il titolo dell’evento che andra’ in scena da venerdì 12 a Torino: il Festival dell’Educazione. Che vedra’ presente in apertura quell’assessora e quel sindaco responsabili di tutto quello fin qui descritto. Propaganda e ipocrisia, dira’ chi provera’ a ricordare le mille contraddizioni nella gestione  del servizio in questi anni di amministrazione Fassino, andando magari a rovinare il clima bucolico e idilliaco della manifestazione. E verrà classificato quindi, da chi democraticamente verrà contestato, tra  i soliti provocatori, signori del no, a priori contrari, antagonisti da caricare e allontanare con le buone o le cattive?
Luca Preti

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