giovedì 29 maggio 2014

"A va bin parej" batte "A sarà düra"

Inizia con la nota che trovate qui sotto la collaborazione tra Sistema Torino e Paolo Tex, fine penna torinese titolare di un proprio spazio personale su blog e che da oggi mette anche a nostra disposizione i suoi contributi di riflessione e analisi. Affiancati per l'occasione dai commenti disegnati di Massimo Giovara

Questa volta ho avuto ragione io: sono riuscito laddove sondaggisti, opinionisti ed esperti vari hanno fallito, cioè nell’azzeccare il corretto risultato delle elezioni. E’ bastato fare il mio solito “exit poll lombrosiano” all’uscita dei seggi, osservare i concittadini un minuto dopo il voto per capire che anche questa volta avrebbe prevalso lo spirito conservatore e un po’ rassegnato che contraddistingue forse i piemontesi ancor più che gli italiani. Sì perché le facce intorno a me erano facilmente riconoscibili: erano quelle tipiche della famiglia progressista di Vanchiglia, del trentenne radical col baffo indie alla Viotti che vota responsabilmente, degli anziani che cercano per mezz’ora il simbolo del PCI sui cartelloni all’ingresso salvo poi ricordarsi che ora si chiama PD ma tanto è uguale.

sabato 24 maggio 2014

I pomodori, Chiamparino/Castellani e gli investimenti

CAAT Torino - fotografia tratta dal sito
Cari sudditi che state per esercitare illegittimamente il vostro sedicente diritto al voto. Ieri abbiamo avuto una smart iurban advenciur che sentiamo ancora adesso tutto un friccicorio. Ve la raccontiamo
Dunque, abbiamo scoperto il significato della parola INVESTIMENTO. Finalmente, dopo tanto peregrinare semantico. 
Sentivamo sempre Chiamparino dire "e ho  gli investimenti di qua, e li ho fatti di là, e il debito non è un debito ma è una leva fatta con investimenti". E ieri ooohhhhh là, lo abbiamo trovato, fainalli uot a fac!
Eccolo, l'investimento! Tipo una betoniera quando ti stritola e ti schiaccia sotto le ruote: deve essere una figata pazzesca.
Succede che al CAAT (Centro Agro Alimentare Torino) un gruppo di facchini, ma chiamiamoli pure schiavi che fa più moderno, ha tirato su un picchetto serio e ha bloccato per una notte l'entrata degli autotreni carichi di frutta e verdura. E chi sono questi barbari incivili, sicuramente NoTAV, che osano protestare verso il magnifico mondo di reputescion torinese rappresentato dai nuovi mercato generali?
Siamo stretti nel picchetto e ci guardiamo intorno. Questo posto è fantastico. Il Caat, voluto dalla Giunta Castellani, è costato 100 (cento) milioni di euro e oggi rischia il tracollo economico. Il proprietario è il Comune di Torino con il 92% che, per non dover mettere soldi cash a ripianare la voragine nei conti, ha dovuto decurtare il capitale sociale del 30%. Fantastico. Qui una volta c'erano i prati, hanno costruito uno sterminato deserto di cemento dove non va nessuno e sapete perché? Perché dopo che lo hanno fatto la Regione ha iniziato a regalare contributi a pioggia affinché tutti potessero costruirsi il proprio magazzino-capannone, rendendo di fatto questa cattedrale inutile, fuori scala, costosissima. E vai di altro cemento!
Ma la cosa figa e che di fianco al nuovo Caat, dove stoccano la verdura che poi ci mangiamo, ci hanno fatto pure l'inceneritore, a un chilometro, ed è rimasta anche la Servizi Industriali, noto polo del benessere chimico.
Fantastico.
Ma la leva è importante. Così, ai barbari che picchettavano abbiamo chiesto: "Ma da dove venite?" E quelli hanno risposto: "Dai mercati generali di Torino!"
Signori, capolavoro. Questi incivili NoTAV barbari antemoderni che vogliono essere trattati come esseri umani, vivono nello sfascio degli ex mercati generali di piazza Galimberti, quelli RIQUALIFICATI per i giochi olimpici e oggi in stato di semi abbandono!!!! Andate anche voi a fare una smart advenciur in via Giordano Bruno.

E quindi vediamo un po'....
100 milioni Caat/deserto
25 milioni villaggio olimpico/campo profughi


totale: 125 milioni di euriiiii di SMART INVESTIMENTSSSSSS!!!!!!

mercoledì 21 maggio 2014

Sistema Torino ospite de "L'altro Piemonte a Sinistra".


Sistema Torino sarà ospite de "L'altro Piemonte a Sinistra". Giovedì prossimo 22 maggio, alle ore 21.15, al circolo ARCI La Cricca di via Giulio 25 (ang. corso Valdocco), per un dibattito con il candidato alla Presidenza della Regione e altri ospiti della lista condotto da Maurizio Pagliassotti.
Siamo molto contenti del dialogo apertosi con il territorio e ringraziamo tutti coloro che si confrontano con le nostre proposte.

giovedì 15 maggio 2014

W l'anarchia! (ovvero: chi davvero tenta di tenere insieme lo Stato)



Viviamo in tempi paradossali, in cui ci sembra di essere all'interno di quelle boccette di plastica che racchiudono il centro città e i fiocchi di neve. Solo che nel nostro mondo la palla è perennemente girata al contrario e i fiocchi cadono dalla terra al cielo.
Sabato pomeriggio abbiamo partecipato con gioia all'ennesima manifestazione NoTAV. Che bello, l'ennesimo corteo immenso e pacifico, ignorato dalla politica, dalla magistratura, dai mezzi di comunicazione. Che bello Il paradosso Jenny a Carogna, il lumpenproletariat che si incazza e fa tremare lo Stato.  E lo Stato, prontamente, si mette in riga e tratta. Con i NoTAV non si tratta, invece. I NoTAV li si stronca e basta proprio perché sono pacifici.
Quello che ci ha sorpreso maggiormente è stata la forte presenza di anarchici. Gli anarchici, per definizione, sono contro lo Stato e ne prevedono il superamento. Noi, quindi, possiamo dire agli amici anarchici: avete sbagliato corteo. Voi volete abbattere lo Stato: unitevi a chi sostiene opere come il TAV, l'Expo, la Variante di Valico. Anzi uniamoci tutti a questa gente. Lasciamo che costruiscano ovunque, cementifichino ovunque, privatizzino tutto come vogliono fare. Lasciamo che rubino tutto, che si strafochino nelle loro tangenti, che la ndrangheta trionfi e ancor più di quanto faccia già. Lasciamo che queste opere mangino tutto il bilancio dello Stato. Uniamoci a questi Unni.
Oggi, nella nostra boccia capovolta, dove nevica al contrario da decenni, chi tenta di tenere insieme lo Stato sono gli Anarchici, gli Antagonisti, coloro che sono accusati di terrorismo.

lunedì 5 maggio 2014

18 maggio, ore 16.30 "Il Sistema Torino non esiste" - Speciale Elezioni 2014


Sistema Torino organizza lo spettacolo di Massimo Giovara "Il Sistema Torino non esiste", seguito da un confronto con i candidati del Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali per il Piemonte (coordina da Maurizio Pagliassotti). 

L'iniziativa si svolge nell'ambito dello Speciale Elezioni 2014, proposto direttamente da Sistema Torino a varie forze politiche tra cui anche il M5S e al momento solo da quest'ultimo recepito.

Apertura biglietteria ore 16, inizio spettacolo ore 16.30. 

Ingresso 10 euro disponibile solamente in biglietteria. 
Info: Sala Espace 011.2386067

Sala Espace, via Mantova 38 Torino 

Il dito medio di Fassino racconta molte cose interessanti.


Il dito medio di Fassino racconta molte cose interessanti. La prima, la più grave, è che un uomo di potere può godere della copertura mediatica dei giornali mainstream, che fingono di credere alle balle che questo propaganda. Copertura totale, morbida, che offre soffici piume dove dovrebbe esserci la tagliola dell'indipendenza giornalistica.
La smentita di Fassino è crollata solo a fronte di un inoppugnabile video del consigliere comunale torinese Vittorio Bertola. Ma, incredibilmente, fino ad allora la sua era diventata la verità nonostante le decine di testimonianze contrarie che già ieri sera giravano in rete. 
A furia di circondarsi di lacché si ottengono questi risultati, che travolgono politici e giornalisti. 

La notizia è attualmente sparata in massima evidenza dagli stessi organi di informazione che ieri hanno propagandato senza batter ciglio la balla. Un tentativo maldestro di rifarsi un verginità.

domenica 4 maggio 2014

Manifestazione: Colpevoli di resistere - Torino, 10 maggio


Sistema Torino parteciperà alla manifestazione del 10 maggio a Torino per la liberazione dei 4 attivisti No-TAV accusati di terrorismo e incarcerati. Per quanto ci riguarda non sarà solo una manifestazione di solidarietà nei confronti di Mattia, Claudio, Chiara e Niccolò. Solo pochi giorni fa, durante le solite stanche e trite manifestazioni per la Liberazione, la Corte di Cassazione ha polverizzato il processo ThyssenKrupp. Pene non adeguate al reato, hanno detto i giudici. Sette morti bruciati, sette anni di processi ridicoli, zero pene scontate. Un delinquente conclamato è stato condannato da giudici benevoli a qualche pomeriggio di "volontariato" dopo aver evaso centinaia di milioni di euro. Pagliacciata che si sta trasformando in un immenso spot elettorale nel silenzio della magistratura. Nel mentre quattro giovani da mesi sono buttati dentro le patrie galere in condizioni dure, accusati di terrorismo in quanto avrebbero incendiato un compressore.
In questi anni la parola "legalità" ha assunto contorni sacri. Noi manifesteremo contro questa legalità oscena, che da sempre non rappresenta alcun valore totemico, ma è solo un metodo. Metodo-credo, portato avanti dalla magistratura, che oggi divide la giustizia in due campi: quella per i "galantuomini" e quella per i poveracci.

Sabato 10 maggio, ore 14 - Piazza Adriano

TORINO 24 APRILE E 1° MAGGIO: QUELLO CHE HO VISTO


Pubblichiamo la lettera che un testimone di alcuni fatti accaduti durante le manifestazioni del 24 aprile e del 1° maggio a Torino ha inviato alle redazioni, anche delle pagine torinesi, di La Stampa e Repubblica oltreche' al Fatto Quotidiano e Il Manifesto. Fatti che non hanno trovato riscontro nei resoconti comparsi sulle pagine torinesi dei quotidiani con cronaca locale. Nel caso la lettera non venisse pubblicata su carta o nei corrispondenti siti web, eccone qui di seguito il testo:



Ho raggiunto la maggiore età nel 1980, quindi ho avuto modo di vedere parecchi cortei e manifestazioni di piazza. Da provinciale, mai universitario, non ho sicuramente vissuto le più accese e contrastate e neppure ho maturato un particolare affetto per questa forma di espressione, nelle sue molteplici accezioni e declinazioni dalla solidarietà al dissenso. Non ci sono affezionato dato che nell’espressione in piazza vedo il rischio di non esprimere compiutamente delle idee e in compenso, come avveniva specie in altri anni, quello di prendere delle botte senza aver avuto modo di esprimerle, quelle idee.
Ho partecipato alla manifestazione romana del 12 ottobre 2013 in difesa della Costituzione, tanto civile e composta, pur con la presenza di tante bandiere NoTAV, tanto significativa nei numeri di chi sfilava quanto nella qualità dei contributi dal palco da non avere rilievo sulle principali testate o telegiornale e nessuna conseguenza in un dibattito politico che confonde la velocità con cui redigere brutti provvedimenti con la sostanza dei medesimi. 
Nonostante giovedì scorso esibissi una coccarda rossa, sono quindi etichettabile come conservatore, della nostra Carta/“via maestra” come del diritto pubblico ai servizi essenziali, dalla salute alla cultura ai trasporti, radicale nel considerare le regole come una necessità subordinata alla convivenza, cui consegue anche la disciplina di quegli obblighi fiscali che, progressivi, vorrei andassero a coprire le necessità di una collettività nazionale. 

La lunga premessa per inquadrare perché ritengo utile spiegare quanto ho visto, e non mi è piaciuto vedere, durante due recenti manifestazioni civili torinesi. Con degli aspetti poco civili delle quali la stampa ha dato incompleto e distorto riscontro, tanto da farmi pensare che i giornalisti e i redattori non fossero osservatori oggettivi e presenti. 

Antefatto: Torino, fiaccolata del 24 aprile. Bandiere e manifestanti NoTAV accerchiati da poliziotti in tenuta anti-sommossa all’ingresso in Piazza Castello. Non esponendo manifesti segni della mia sostanziale contrarietà all’opportunità delle scelte sull’Alta Velocità Torino-Lione, e più in generale sull’assenza di pianificazione nelle scelte di Trenitalia e delle politiche dei trasporti, ho potuto filtrare attraverso il cordone di sicurezza ricevendo semplici occhiatacce all’espressione del mio dissenso sull’operazione di polizia. Nei resoconti del giorno successivo si parlava di contenimento di gruppetto, per taluni a fianco per altri “infiltratosi”, tra gli striscioni ANPI. Esattamente come ho fatto io, e con lo stesso diritto di partecipazione e di espressione.

Fatto: Torino, corteo del Primo Maggio, su cui i richiami davanti alle edicole recitavano già “manifestazione divisa tra sindacati e antagonisti”. Ho raggiunto il corteo in via Po, accodandomi ancora a dei gruppi dell’ANPI. Da Piazza San Carlo, dove ho sostato per vedere sfilare sindacati, bande musicali, partiti e associazioni, ho notato una concentrazione di caschi blu della polizia in via Roma, angolo via Bertola. Si riproduceva la situazione della fiaccolata del 24 aprile, con la fondamentale differenza che a essere fermati non erano soltanto attivisti NoTAV più o meno giovani e bellicosi ma tutta la seconda parte del corteo, dai Cobas di Mirafiori a Rifondazione alla Lista Tsipras, mentre lo striscione e il gruppo del PD avevano già raggiunto felicemente la piazza. Come la sera del 24 aprile, e come me molti dei presenti, signore in soprabito e borsetta e padri di famiglia compresi, ho espresso il mio disappunto sul merito dell’opportunità dello sbarramento, anche davanti ai poliziotti che, lungi dall’essere passivi, si sono attivati in un paio di “cariche di alleggerimento” mirate anche sotto i portici, dove sostava pubblico di tutte le estrazioni, con netta prevalenza di teste canute e famiglie con passeggini. Tutto un pubblico non sospetto di tendenze sovversive che si è unito al coro di “vergogna!”, fintanto che qualche ufficiale di buon senso non ha ordinato ai poliziotti di disporsi opportunamente su via Principe Amedeo e di lasciare proseguire il corteo a tutti.
Certo, i NoTAV cercavano nella prima come nella seconda manifestazione un’occasione di visibilità, ma esattamente come qualunque figura pubblica che non fosse presente in quanto rappresentante di un’istituzione, realtà associative o singoli individui, dalla signora Bresso a sorreggere festosamente lo striscione del PD al senatore Esposito che non nasconde certo le proprie posizioni pro Alta Velocità; tutti, di conseguenza, a gestire una propria “pubblicità” di presenza. Maggioranze e minoranze garantite dalla stessa Costituzione: quella in vigore.
Diverso è presentarsi con bastoni e mazze, mascherati con sciarpe, passamontagna o caschi; ma questi soggetti devono per forza mettere in conto di prendersi delle bastonate da qualcuno che è presente per far rispettare il servizio d’ordine. In altri anni sarebbe bastato un servizio d’ordine della FIOM, ma i tutori dell’ordine titolati, a maggior ragione, proprio lì dovevano mirare le azioni. E gli antagonisti in questione, botte e arresti li devono pure mettere in conto.

Alla fine, comunque, avrei voluto che non fossimo io e la signora con soprabito e borsetta a mettere in campo il nostro dissenso, e a rischiare qualche manganellata, ma qualche altro soggetto alla curiosità civile di spiegarsi i fatti, autorevole come un esponente del PD, dei sindacati e delle istituzioni che erano davanti all’intoppo del corteo o qualche esponete di Rifondazione o della sinistra rimasti indietro. La presenza di una Bresso o di un Airaudo, di un Ferrero o di un Revelli davanti alla Polizia avrebbero fatto la differenza. E forse i rappresentanti della stampa o della televisione avrebbero avuto più stimoli a raccontare quello che vedevano: i fatti.

Intanto, nella confusione ho perduto la mia coccarda rossa. Spero l’abbia raccolta un ragazzino, ma è più facile che lo abbia fatto la signora con soprabito e borsetta.

Sergio Bonino

La minestra "riso e Latte Fornero". Piccola edificante storia torinese


Sistema Torino vi omaggia di un tipico piatto torinese. Prendete la Centrale del latte, quella che verrà ricollocata in quella parte di Mirafiori detta TNE (Torino New Economy, una fuffata senza precedenti: le istituzioni hanno comprato dalla Fiat un pezzo di stabilimento, lasciandolo semi vuoto per anni. E ora, non sapendo che farne, ci mettono il latte. Poi arriverà un supermercato. Dovevano metterci la innovescion, al momento c'è una sede distaccata del Politecnico e vegetazione rigogliosa). Poi prendete Elsa Fornero, amata torinese che tutti abbiamo plaudito con il sangue agli occhi, docente universitaria, collezioanatrice agonista di cariche e nomine. Poi mettete la Fornero nel Consiglio di Amministrazione della Centrale del Latte. Centrale del latte è una delle partecipate del Comune, ovviamente. Et voilà. Il Sistema Torino non esiste.

Quali sono i meriti per cui questa signora, universalmente ricordata per la sua entusiasmante esperienza governativa, prende questo posto? Perché la Fornero non si gode la pensione? Perché lei fa parte di quella setta di insostituibili? Si parla tanto di ricambio generazionale, di gggiovani. Fornero a casa. S'il vous plait.

SISTEMA TORINO, EDIZIONE SPECIALE ELEZIONI 2014


Sistema Torino è stato invitato dal M5S a presentare il suo progetto il 17 maggio in piazza Castello.
Dopo un intenso confronto al nostro interno, molto conflittuale perché noi amiamo molto la polemica, abbiamo accettato con piacere. Racconteremo a 50.000 torinesi chi siamo e cosa facciamo. Attendiamo un invito anche dalle altre forze politiche a cui abbiamo già da tempo comunicato direttamente la nostra disponibilità.