lunedì 25 agosto 2014

FONDAZIONI BANCARIE, IL SOCIALISMO MODERNO

"Sistema Torino Sistema Italia" di Maurizio Pagliassotti si apre con il resoconto di un colloquio con un anonimo ma significativo esponente del sistema Torino, uno dei suoi padri fondatori addirittura. Il quale, tra le varie cose, rivendica alla politica la bontà della scelta di mantenere il controllo delle banche appartenenti all'ex sistema bancario pubblico, ottenuto attraverso la presenza nei consigli di ammininistrazione delle fondazioni bancarie proprietarie dei loro pacchetti azionari di maggioranza. Perchè così facendo la politica stessa avrebbe la possibilità di redistribuire alla collettività, per fini sociali, ma anche culturali, di ricerca scientifica e istruzione, una parte dei profitti realizzati dalle banche controllate. Integrando e sostituendo, così, i finanziamenti pubblici ai servizi (pubblici), negli anni sempre piu' ridotti (dalla stessa politica, ovviamente). 
Il personaggio, intervistato da Pagliassotti, dichiara essere quello il nuovo modello di socialismo: perchè redistribuisce al popolo il profitto. Il dubbio che si tratti di un profitto ingiusto e magari illegittimo non lo sfiiora per niente. Che il socialismo non veda il profitto privato come una funzione economica e tanto meno sociale neppure.
Ma il sistema bancario nazionale (e internazionale), per via della crisi economica che ha contribuito a creare per arricchirsi (e dalla quale è stato salvato grazie al denaro pubblico regalatogli dagli Stati), ora genera meno profitti: e così le fondazioni bancarie 'redistribuiscono' alla collettività sempre meno. Il socialismo, evidentemente, è in crisi. 

(per qualche accenno sull'evoluzione storica e normativa del rapporto enti pubblici, politca, fondazioni bancarie e banche http://lapoliticasemplice.blogspot.it/2013/02/banche-e-fondazioni-bancarie-un.html )

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