giovedì 3 luglio 2014

Alta velocità e indagini lente in Val di Susa

Punto numero uno. Nel paese dove vivo io quelli che abitano in fondo alla discesa sono conosciuti come gli “'ndranghetisti”. Tutto il paese li definisce così.
Nel paese dove vive il mio amico tutti sanno che quella famiglia fa parte della ’ndrangheta. Tutto il paese li conosce così. 
La parte più sorprendente della vicenda “infiltrazioni malavitose nel cantiere del TAV” è la sorpresa generale che questa suscita. E’ un aspetto comico, grottesco. In qualsiasi bar della Val di Susa i vari nomi finiti sotto gli occhi della magistratura erano oggetto di chiare discussioni.  Anni per scoprire l’acqua calda.  Quando bastava fare una misera ricerca su Google per scoprire che nomi stranoti da decenni erano tranquillamente al lavoro nel cantiere.
Ciò che dovrebbe sorprenderci, e inquietarci, è la spaventosa lentezza con cui si è giunti a questa inchiesta.  Ma non c’erano i controlli ferrei e le tasc forsh anti mafia? Tutti sapevano, tutti sapevamo. Magistrati, giornalisti, forze dell’ordine, panettieri, politici, baristi, studenti, carpentieri, disoccupati, gente che passava, chiunque.
Vorremmo a questo punto sapere se i signori coinvolti in questa indagine hanno lavorato nei cantieri olimpici della Val di Susa. Oppure lungo il passante ferroviario che, si spera, presto verrà riqualificato: magari facendoci sopra un orto urbano visto che dopo 30 anni in superficie al momento vi è una palude. Metropolitana? Riquaificazioni varie, spine? 
Il valore delle opere pubbliche, finanziate soprattutto aprendo mutui con banche private da qui l'enorme debito, costruite nel torinese tra il il 1998 e il 2008 è pari a 10 miliardi di euro. E’ credibile che di fronte a questa montagna di denaro quei signori che parlavano di “torta da mangiarsi” siano stati seduti composti?
Fate voi. Non c'è niente da scoprire, non c'è niente da indagare. Ci sono delle scelte da fare su quale tipo di legalità attuare, ben sapendo, ovviamente, che la legalità non è un valore in sé, ma solo un misero strumento per tenere insieme le società. 
Secondo punto. Per cortesia pregasi evitare ogni giramento della frittata carpiato relativamente alla vicenda ‘ndrangheta/TAV.
L’inchiesta della Magistratura non è il segnale che i “i controlli ci sono e quindi si può andare avanti tranquillamente.” Se hanno avuto il coraggio di “infiltrarsi” in un cantiere oggetto di attenzione nazionale questo significa che i controlli o sono assenti, o sono inefficaci.

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